E' l'Associazione di lavoratori costituita per promuovere e difendere gli interessi economici e professionali.
Esistono così sindacati dei lavoratori e sindacati dei datori di lavoro.
Il sindacato si formò in Inghilterra dove nacquero unioni di mestiere a carattere permanente, le Trade Unions, che si coordinarono nel Trade Unions Congress e diedero poi vita al Partito Laburista.
In Europa lo sviluppo del movimento sindacale fu caratterizzato dal ruolo delle categorie operaie più qualificate e vicine ai nascenti partiti socialisti, mentre negli USA assunse un ruolo più pragmatico e svincolato dai partiti politici.
In Italia dal 1891 si svilupparono le camere del lavoro e dal 1901 le federazioni di mestiere. Nel 1906 come momento unificante fu creata la Confederazione Generale del lavoro (CGdL), influenzata dai socialisti riformisti; a loro volta i sindacati cattolici diedero vita, nel 1919, alla Confederazione Italiana del Lavoro. Soppressi dal fascismo, i sindacati liberi rinacquero nel 1944 con la ricostituzione della CGIL a carattere unitario.
Questo fu il periodo degli scioperi politici a catena contro il Piano Marshall, contro il Patto Atlantico, ecc. culminati nella vera e propria insurrezione del 1948 dopo l'attentato a Palmiro Togliatti.
Dalla CGIL se ne separarono, tra il 1949 e il '50, la Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori (CISL) di tendenza cattolica e la Unione Italiana del Lavoro (UIL) di tendenza socialista e laica.
Dopo il '69 le tre organizzazioni, sull'onda delle lotte operaie, confluirono in una confederazione unitaria che fallì, però, attorno al problema dell'intervento governativo sulla scala mobile salariale favorendo così, nei paesi industriali avanzati, innumerevoli tentativi di mettere in discussione le proprie basi di rappresentanza e i propri metodi organizzativi.
Il sindacato ha un posto preciso nella Costituzione della Repubblica italiana. L'articolo 39 recita: "L'organizzazione sindacale è libera. Ai Sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione.... e lo strumento di lotta per eccellenza del sindacato è lo sciopero".
L'altro strumento fondamentale della tutela del lavoratore è l'atto espressione principale dell'autonomia collettiva è il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) è il contratto stipulato a livello nazionale con cui le organizzazioni rappresentative dei lavoratori e le associazioni dei datori di lavoro (o un singolo datore) predeterminano congiuntamente la disciplina dei rapporti individuali di lavoro (c.d. parte normativa) ed alcuni aspetti dei loro rapporti reciproci (c.d. parte obbligatoria).
La funzione primaria del contratto collettivo è quella di integrare e, se possibile, migliorare le tutele offerte al lavoratore dalla legge, adattandole ai vari tipi di contesti (professionale, merceologico, geografico..). La stessa legge spesso rimanda al contratto collettivo, fissando solo determinati principi e lasciando a quest'ultimo la peculiare disciplina.
Gli attuali contratti collettivi (cd di diritto comune) non hanno efficacia generale obbligatoria in quanto contratti di diritto privato stipulati tra soggetti privati (le organizzazioni dei datori e dei lavoratori). Essi trovano applicazione soltanto per i soggetti (datore di lavoro e lavoratore) che siano membri di dette associazioni sindacali o che vi abbiano fatto espresso rinvio nel contratto individuale di lavoro.
Nel settore del pubblico impiego è stipulato tra le rappresentanze sindacali dei lavoratori e l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN), che rappresenta per legge l'Amministrazione Pubblica nella contrattazione collettiva. La banca dati ufficiale è tenuta dal Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL), che gestisce tra l'altro un archivio elettronico di tutti i CCNL (correnti e passati) liberamente scaricabili.
In Italia, il diritto del lavoro si occupa, poi, di disciplinare tutte le materie attinenti al rapporto di lavoro inteso in senso ampio.
Quindi spazia dalla regolamentazione delle relazioni tra datore di lavoro e lavoratore a quella delle relazioni sindacali (oggetto propriamente del diritto sindacale) a quella attinente alle assicurazioni sociali e previdenziali (di cui si occupa il diritto della previdenza e della sicurezza sociale). Si tratta di una delle branche del diritto che più direttamente risente dell'influenza della situazione politica generale, occorrendo tradurre in norme e concetti legislativi le concezioni ideologiche o statalistiche del sistema di riferimento.
In Italia, negli anni 1970 fu sviluppato, principalmente ad opera di alcuni giuristi come Gino Giugni, lo Statuto dei lavoratori, contenuto nella legge 20 maggio 1970, n. 300.
La legge 14 febbraio 2003, n. 30 (da alcuni controversamente definita legge Biagi), sulla base della quale è stato emanato il D. Lgs. 10 settembre 2003, n. 276, si può paragonare per portata e svolta a quella del 1970.
Nel Comune di Canicattì le Organizzazioni sindacali rappresentativi sono:
Altre Organizzazioni presenti nel territorio sono: