Nel 1619, Giacomo Bonanno Colonna figlio di Filippo II Bonanno, divenne barone di Canicattì, di Ravanusa e di Moltalbano, proprio di quest'ultima terra nel 1623 fu nominato duca dal re di Spagna.
Egli trasformò e abbellì il volto del paese che ornò di magnifici monumenti.
Eretta nel 1633 e' una delle tre fontane che il Duca Giacomo I Bonanno Colonna fece costruire per abbellire la citta'.
Raffigura Nettuno dio del mare, alle cui spalle troneggia la statua della Fama (l'Angilu) a cui in seguito sono state applicate, inopportunamente, un paio di ali.
Essa stava nel centro della piazza, che anticamente era molto ampia e arrivava fino al limite della chiesa di Santa Rosalia, chiesa ora sconsacrata.
La monumentale fontana che vi si ergeva era a tre ordini, adorna di una vasca, della statua di Nettuno, di altri emblemi, e in alto del simulacro della Fama.
Spargeva acqua in abbondanza ed era chiusa da cancelli di ferro.
Sul prospetto della torre campanaria del Purgatorio venne collocato ai primi dell'Ottocento, quando la chiesa, tra il 1802 e il 1807, venne costruita a spese del barone Gaetano Adamo.
Il Nettuno è stato sempre chiamato dal popolo Petrappaulo; la Fama, invece, l'angilu.
Il nome di Petrappaulo datogli dal popolo è la storpiatura di pietra che parla, traduzione del lapis loquax dell'epigrafe latina, che campeggia tra l'edicola della Fama e la sottostante edicola del Nettuno.
Spiegata un po' liberamente, l'epigrafe dichiara che la Fama, scolpita nel marmo, si è fermata e non è potuta andare più in giro a predicare la grandezza del duca Giacomo I Bonanno Colonna; ma, pur così ferma, ne attesta ancor più la gloria, poiché è la stessa pietra che parla, che testimonia cioè la magnificenza del duca.
Le immagini di questa fontana sono state adottate come stemma comunale.