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Regione Sicilia
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Uva Italia di Canicattì

uva italia

L'uva uno dei più antichi frutti nella storia dell'umanità, molto apprezzata per il sapore delizioso e le virtù nutrizionali (contiene vitamine gruppo B, C, PP, sali minerali e acidi organizi oltre a numerose altre sostanze come tannini, lavonoidi ed antiociani) e terapeutiche, veniva considerata sacra perché simbolo di fecondità e abbondanza, simbolo del benessere e della vita agiata, consumata soprattutto dalle famiglie benestanti durante i loro sontuosi banchetti. 
La vite risale a tempi geologici risalenti al paleocenico, come documentato da impronte di foglie rinvenute in strati di tufo datati fra 59 e 55 milioni di anni fa circa. Già nel mesolitico e nel neolitico la vite selvatica era conosciuta e il suo frutto spontaneo, ma commestibile, veniva utilizzato nell'alimentazione umana. Questo è dimostrato, anche, dai numerosi reperti storici e archeologici rinvenuti nel tempo come, ad esempio, decorazioni musive, rappresentazioni pittoriche.

 

La storia dell'uva è anche circondata da numerose leggende risalenti alla cultura giudaico-cristiana. La prima afferma che il frutto proibito di Adamo ed Eva in realtà non fosse la mela ma l'uva. La seconda quando Noè, finito il diluvio universale, attraccò a terra, piantò la vite e si ubriacò del suo inebriante vino.
Mentre alcuni geroglifici egiziani risalenti al 2500 a.C. descrivono già vari tipi di lavorazione dell'uva: nell'antico Egitto la pratica della vinificazione era talmente consolidata che nel corredo funebre del re Tutankamon (1339 a.C.) erano incluse delle anfore contenenti vino su cui si riportata la zona di provenienza, l'annata e i produttore. Dall'Egitto la pratica della produzione e della lavorazione di uva si diffuse presso gli Ebrei, gli Arabi e i Greci: questi ultimi addirittura dedicarono al vino una divinità, Dionisio, il Dio della convivialità chiamato con l'appellativo greco "Bacchus" ossia Bacco.   
In Europa, furono i Greci a diffonderla mentre i Romani hanno perfezionato le tecniche di coltivazione. I primi a coltivare l'uva in modo intensivo furono i Paesi Bassi dove a metà dell'800 fu avviata la sua coltivazione in serra. Nel Mediterraneo, invece, i maggiori paesi produttori furono Spagna, Puglia e Italia.
In Italia a fine Ottocento sono stati tra i primi nel distinguere l'uva da tavola e l'uva da vino. L'una caratterizzata da acini dalla buccia sottile, dalla polpa compatta e con pochi semi, mentre l'altra presenta acini con polpa meno soda e più succosa. 
Ad oggi sono la Sicilia e la Puglia a detenere congiuntamente, il 93,8%  della produzione nazionale di questo succulento frutto.
La varietà di maggior pregio prodotta nell'agrigentino apprezzata e riconosciuta in varie parti del mondo è l'Uva Italia di Canicattì, proveniente da un ibrido un incrocio tra il "Bicane" e il "Moscato d'Amburgo bianco" (incrocio ottenuto a Vaprio d'Adda nel 1911 da Alberto Pirovano). L'uva ottenuta è di bell'aspetto, di grossa pezzatura e molto resistente. I primi innesti a Canicattì, intorno agli anni '30, pare che siano stati introdotti dal comm. Cesare Gangitano.
L'Uva Italia trova nella zona canicattinese l'ambiente ideale per esaltare le proprie caratteristiche: grappoli dal peso di 0,8 - 1 Kg. acini medio grossi, dorati e croccanti, profumo gradevole, comincia ad affermarsi agli inizi degli anni '70, quando gli agricoltori della zona, e successivamente anche imprenditori e figure professionali non direttamente legate all'agricoltura, credono e investono su questa coltura. 

marchio IGP

L'Uva Italia di Canicattì, per queste sue peculiarità, è l'unica uva da tavola in Europa ad aver riconosciuta la IGP (Indicazione Geografica Protetta), il riconoscimento avviene nel 1997 con il Reg. CE n. 2325 del 24/11/1997 sulla GUCE L. 322 del 25/11/1997. 

 
logo Consorzio per la tutela e la promozione dell'uva da tavola di Canicattì

Nell'Aprile del 2005 è stato costituito, con il patrocinio del Comune di Canicattì e con la partecipazione dei principali produttori, il Consorzio per la tutela e la promozione dell'Uva da Tavola IGP di Canicattì. 
Il Consorzio produce e fornisce al Mercato un prodotto che sia ritenuto un "Capolavoro dell'agricoltura italiana" e nello stesso tempo crea valore e benessere per i soci, i consumatori, i collaboratori, il territorio e la collettività. 
Il Consorzio conta ad oggi un numero di aderenti pari a 201 soci suddivisi nelle categorie di soci produttori e soci confezionatori così come previsto dal D.M. del 12/04/2000  "Individuazione dei criteri di rappresentanza nei Consorzi di Tutela delle DOP e delle IGP". Il numero di soci produttori è pari a 193, il numero di soci confezionatori è pari a 8. L'area geografica delimitata dall'I.G.P. include ben 24 comuni per un totale di 910.33.19 ha di produzione appartenenti ai soci iscritti.

 
Tendoni d'uva

I vigneti vengono coltivati a tendone con 1.100 piante per ettaro; per le produzioni medio-tardive, essi vengono ricoperti con materiale  plastico per evitare che i grappoli si bagnino durante le piogge. 

 
Insacchettamento dell'uva

Tre sono i metodi di coltivazione: il sistema convenzionale, largamente utilizzato, che consente di ottenere grappoli uniformi eliminando quelli non idonei già a giugno, il sistema biologico, che dà un prodotto meno perfetto dal punto di vista estetico e  l'insacchettamento dei grappoli, una tecnica questa a metà fra il sistema convenzionale e quello biologico.

 

La raccolta comincia dalla terza decade di agosto nelle zone costiere e prosegue fino a settembre (dicembre nelle zone più fresche, come Canicattì e Delia), arrivando sia sulle tavole, sia per dare vita ad una delle bevande più amate e radicate nella storia dell'uomo come il vino. 
L'Uva da tavola di Canicattì viene conservata in ambienti freddi ed in celle frigorifere ad una temperatura compresa tra 0 e -1, con una umidità dell'85-90% e per un periodo massimo di 90 giorni.  
Oltre la produzione di Uva da tavola di Canicattì abbiamo diverse aziende che producono, raccolgono e confezionano il proprio vino, frutto di un'accurata selezione e ricerca nel recupero delle tradizioni vinicole e al rinnovamento di tecniche produttive.
Le aziende più importanti sono:

 
 
 
 
 
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