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Regione Sicilia
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Riti e tradizioni del Venerdì Santo a cura del Prof. Gaetano Augello

 
 
 
 

Il Venerdì Santo a cura di E. Gallo

Il periodo pasquale nel comune di Canicattì vede un susseguirsi di festeggiamenti, riti e tradizioni per alcuni aspetti più pagane che cristiane.
 
La quaresima - tempo di penitenza - si conclude con la Domenica delle Palme.
Ogni bimbo reca in mano la sua palma, ricamata con maestria e arricchita da nastri, oppure un rametto d'ulivo.
 
Per rendere le palme più bianche possibili, alla fine dell'estate, si legano chiudendo così i germogli che cresceranno candidi.
 
Sia la palma che l'ulivo dopo benedetti vengono portati in casa e appesi.
 
Il Giovedì santo, iniziando il ricordo della Passione, nelle chiese si organizza la "lavanda dei piedi" dove il sacerdote lava i piedi a 12 uomini.
 

 
I Sapurchi

Ancora il Giovedì Santo i fedeli si recano nelle varie chiese della città per visitare li sapurchi per rievocare Gesù nell'Orto. 

Le parrocchie facevano a gara  a presentare questi  piatti votivi pieni di semi di cereali germogliati al buio intrecciati a forma di minuscole croci. 

 
I Sapurchi

Li sapurchi vengono preparati circa un mese prima, mettendo del cotone inumidito su un piatto e spargendo sopra dei chicchi di grano con qualche cecio e qualche lenticchia. Il tutto viene ricoperto con un "lemmo"  e posto in un luogo buio e fresco, di tanto in tanto vi si sparge qualche goccia d'acqua per mantenere umidi i semi e agevolare la germogliazione.
 
I fedeli facevano il giro delle chiese, in numero dispari, tre- cinque- sette, per guadagnarsi le indulgenze.

 

Le tradizioni più importanti sono legate alle cerimonie del Venerdì Santo, giorno della scinnenza (la deposizione).

In questo giorno era fatto obbligo digiunare e non mangiare carne, ma è nostra tradizione  mangiare a mezzogiorno la "milanisa cu la muddrica", cioè spaghetti con sarde e finocchietti selvatici,  con sopra mollica di pane  e formaggio grattuggiato fritti.

La processione parte dalla Chiesa di San Diego mediante l'avviso con un colpo di fuoco d'artificio.

Una volta la processione era un evento solenne e particolarmente amato dalla comunità.
 
Dietro la statua di gesù con la croce in spalla, troviamo in modo ordinato: le autorità,  i vari gruppi parrocchiali, le congregazioni religiose e gli ordini conventuali che sfilano in adorazione e silenzio.

Dietro procede la gente comune e la banda che intona marce d'ispirazione funebre.

Cristo in croce

Protagonisti di un tempo erano li lamentatura, un gruppo di persone che levavano lugubri lamenti di commiato per la morte di Cristo, misti a versi, oggi del tutto inesistenti.

Il punto particolare della processione è Piazza IV Novembre,  dove la processione si ferma e, dopo i "tre squilli di attenti",  s'incontrano i simulacri di Cristo, dell'Addolorata (che nella sera precedente vi era stata portata dalla chiesa di san Biagio), di San Giovanni Apostolo (portato dalla chiesa di Santo spirito)  e di Maria Maddalena già portata dalla chiesa del Redentore) con la particolare "cursa" dei protagonisti verso il Cristo in croce.

Le quattro statue vengono poi, trasportare a spalla verso il Calvario dove due fedeli salgono la statua del cristo sulla croce e gli conficcano i chiodi nelle mani.  
 
Al  tramonto è il momento della scinnenza vera e propria, letteralmente la "discesa", cioè la "deposizione" di Cristo dalla croce.

 
La Processione

Due sacerdoti, quello di san Biagio e quello di San Diego, (ma possono essere sostituiti da attori preparati) salgono le scale che portano al Cristo crocifisso intonando dei salmi e liberano il simulacro dai chiodi che lo tengono alla croce e lo depongono nell'urna.

 

La processione riprende al seguito dell'urna di Cristo e le altre tre statue dell'Addolorata, della Maddalena e di San Giovanni sino a mezzanotte, l'ora che conclude le cerimonie del Venerdì Santo con la spartenza, cioè la separazione.

Innanzi alla Chiesa di San Diego l'urna di Cristo, e i simulacri della Madonna, di San Giovanni Apostolo e della Maddalena sono trasportati verso l'ingresso della chiesa, dove avanzano e tornano indietro più volte, a significare la volontà dei vari protagonisti del dramma della passione di non separarsi (LA SPARTENZA)

Il Venerdì Santo

Venerdì Santo 24

Giornata del Venerdì Santo
 
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